Da anni la secondaria Pertini integra in alcune sezioni il coding, direttamente in lingua inglese, all’interno del suo percorso didattico.
Ma quest’anno ha deciso di realizzare un corso di coding applicato alla programmazione di mini-robot, pensato in chiave di orientamento per le classi terze.
Spesso i ragazzi in terza media pensavo di essere “bravi con il computer” perché sono bravi a giocare con i videogiochi. Ma fare dell’informatica il proprio mestiere non è solo giocare con i videogiochi.
Programmare prevede la capacità di suddividere un compito in sottocompiti, in modo da poter dare delle istruzioni corrette, di comprendere il significato delle parole e del linguaggio che si usa (“se la distanza è superiore a un metro, vai avanti” è diverso dal dire “quando la distanza è superiore a un metro, vai avanti”), prevede la capacità di interagire con i compagni o colleghi, in quanto non sempre (o quasi mai) il singolo produce l’intero programma, ma si tratta di un lavoro in sequenza.
Capire cosa significhi programmare è fondamentale quindi per chi deve scegliere un percorso di studi, ma questo modo di pensare è fondamentale per tutti gli studenti che vogliono imparare a “usare la propria testa”.
Anche se il compito è creare una coreografia di danza dei robottini…
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